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Apple, Cook e le accuse del NYT sui costi umani di produzione

 
Martina Oliva
28 Gennaio 2012
3 commenti

Apple reportage New York Times

A poche ore dall’annuncio relativo alla sua trimestrale da record Apple si è ritrovata a dover fare i conti con le accuse, pubblicate in un rapporto del New York Times, facenti riferimento alle presunte condizioni di lavoro tutt’altro che rosee nelle quali si ritrovano a dover agire gli operai negli stabilimenti cinesi dei suoi fornitori.

Nel rapporto del NYT, ben articolato ed approfondito, si fa rifermento ad orari di lavoro troppo lunghi, condizioni di sicurezza non garantite ed anche punizioni fisiche, unitamente a varie altre informazioni.

Il lungo reportage, infatti, continua mettendo in evidenza come circa due anni fa ben 137 lavoratori siano finiti avvelenati da un prodotto chimico utilizzato per la pulizia degli schermi degli iPhone ed anche di come, soltanto nel corso degli ultimi 7 mesi, siano state ben due le esplosioni che hanno coinvolto i centri di produzione di Pegatron ed uno di Foxconn a Chengdu per un totale di 4 morti e 77 feriti, cercando inoltre di dare un volto a tali operai mediante il nome e la storia di Lau Xiaodong.


Tuttavia, a distanza di breve ore dalla pubblicazione del reportage del New York Times, Tim Cook, CEO di Apple, ha voluto rispondere, mediante un’apposita lettera, alle accuse definendole tanto false quanto offensive e mettendo inoltre in evidenza come la Apple tenga ad ogni singolo lavoratore della propria catena di produzione locale e di come ogni incidente ed ogni questione relativa alle condizioni di lavoro di tali operai vadano a costituire per la ben nota azienda della mela morsicata motivo di preoccupazione.

Cook ha inoltre evidenziato come, anche in accordo con air Labor Association, diversi rappresentati della Apple eseguano, a più riprese, visite negli stabilimenti nei quali vengono assemblati i device dell’azienda di Cupertino denunciando gli eventuali abusi riscontrati e chiedendo, ove necessario, l’intervento diretto della stessa società.

La Apple sta inoltre cercando, negli ultimi tempi, di educare gli stessi lavoratori circa quelli che sono i propri diritti in modo tale da spingerli anche a segnalare eventuali violazioni.

Quindi, stando a quanto sottolineato da Cook stesso, sono proprio queste le soluzioni da adottare per evitare incidenti e questioni relative alle condizioni di lavoro che costituiscono forte motivo di inquietudine per l’azienda di Cupertino.

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Commento

  • #1Ubuntu

    Questo sfruttamento della manodopera è allucinante…. Tutti dovremmo smetterla di acquistare un Apple solo per tendenza.
    Oramai è superato adesso sul mercato stanno avanzando prodotti Open Source come Android, Ubuntu, libre office e tanti altri.
    Sarebbe bello vivere in un mondo OPEN

    28 Gen 2012, 11:51 am Rispondi|Quota
  • #2tolo

    Niente di nuovo…è quello che fanno tutte le imprese (comprese quelle italiane,ovviamente)…si delocalizza per sfruttare mano d’opera a basso costo.
    A breve in Cina le condizioni di lavoro miglioreranno sensibilmente…ed allora gli sciacalli delocalizzeranno nuovamente, questa volta in India etc. etc.

    28 Gen 2012, 5:44 pm Rispondi|Quota
  • #3Fabrizio

    Non tutti acquistano un computer Apple solo per tendenza, io sono stato un utente di Windows e Linux per tanti anni, ma una volta che ho provato per un annetto Leopard e Snow Leopard su Hackintosh, e ho poi deciso di comprare un MacBook usato. Non ho assolutamente intenzione di tornare indietro, tanto che sono pure passato ad un MacBook Pro.

    Per quanto riguarda la notizia, secondo me Cook sta solo cercando i pararsi il c**o, come la quasi totalità delle imprese.

    29 Gen 2012, 11:55 am Rispondi|Quota