BudgetUp, gestisci il tuo bilancio attraverso le tag

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BudgetUp è un servizio tanto nuovo quanto utile e semplice. Fondamentalmente non è altro che un sistema di rendicontazione, grazie al quale potete evitare che il vostro estratto conto assuma quel fastidioso colore rosso che tutti noi tanto temiamo.

Il sistema è basilare, potete aggiungere voci di spesa e di entrata, il portale calcolerà il valore finale per voi. E’ anche possibile inserire spese e guadagni ricorrenti, stipendi, rate, etc. La novità di questo servizio sta nel fatto che ad ogni voce di spesa / entrata potrete aggiungere una o più tag, attraverso le quali potrete ottenere rendicontazioni aggregate.

Il sistema di catalogazione per tag sta sempre più sostituendo i vecchi metodi, le possibilità offerte da questo sistema sono ben note. Anziché prevedere in anticipo le categorie per poi avere affolatissimi e confusionari campi AOB (any other business), di volta in volta assegnerete ad ogni elemento delle parole chiave. In questo modo oltre alle categorie più note potrete aggiungere categorie liminari, sfumature che aiutano a nella ricerca in un secondo momento.

QuickView per PDF in Google

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Google sta introducendo da Luglio un nuovo elemento nella sua serp, indicizzando i PDF sta aggiungendo accanto ad essi un link per la visione veloce, per l’appunto Quick View.

Il link non fa altro che aprire il viewer di Google Docs per PDF che vi permetterà di visualizzare i PDF, inclusi molti quelli che non riescono ad essere visualizzati correttamente dai plug-in di alcuni browser.

Al momento Google dichiara di aver aggiunto la funzione di Quick View a circa il 50% dei PDF presenti nei suoi indici. Il Quick View nei PDF apre una pagina dei Docs di Google, una manovra arguta da parte di BigG.

Recensione AlwaysOnPc per iPhone

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Con questo post si apre la nuova sezione di Geekissimo dedicata alle applicazioni per iPhone. Recensioni, beta-testing, interviste con gli sviluppatori, tutto per fornirvi una guida settimanale fra gli 85.000 abitanti dell’App Store di Cupertino. L’appuntamento è tutti i mercoledì alle 15:00. Ed ora bando alle ciance, ecco la prima.

Abbiamo testato per voi AlwaysOnPc 1.1 (iTunes link), un’applicazione della Xform Computing dedicata alla produttività e che cerca di eliminare le barriere che un sistema operativo mobile pone alla vostra. La funzione fondamentale di AlwaysOnPc è di mettere a vostra disposizione un sistema operativo Linux remoto, accessibile dal vostro iPhone grazie all’interfaccia Jaddu VNC.

Cominciamo subito col dire che AlwaysOnPc non viene a noi con un prezzo che invogli, 23,99€ sono difficili da accettare sull’App Store, ma applicazioni più complesse a prezzi più elevati della media stanno incominciando a comparire sempre più spesso.

AlwaysOnPc mette a vostra disposizione un sistema operativo remoto al quale accederete tramite l’interfaccia fornita dagli sviluppatori di un’altra applicazione, Jaddu VNC. Attraverso una rete Vine sarete in grado di operare attraverso il vostro iPhone. Dopo aver effettuato l’installazione di un client sul vostro Pc o Mac, attiverete il vostro sistema operativo attraverso un browser Java.

Facebook lancia la beta del suo VoIP

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Qualche settimana fa Facebook ha annunciato il suo servizio di VoIP in collaborazione con Vivox quasi in contemporanea con il medesimo annuncio di Twitter.

Ieri è stata rilasciata l’applicazione in beta per Facebook, Vivox Voice, grazie alla quale sarete in grado di provare con i vostri contatti il neonato servizio di Facebook. L’abbiamo provata per voi e non siamo così soddisfatti.

Il punto principale è che il VoIP di Facebook non è un vero e proprio servizio integrato, ma un workaround che sfrutta Vivox Voice, un plug-in e l’URL shortner più diffuso al mondo, bit.ly. Il funzionamento è macchinoso, ma semplice. L’applicazione Vivox Voice, attivandosi, avvierà l’installazione del plug-in, al momento non disponibile per Chrome, grazie al quale la voice chat di Facebook è fruibile.

Google Wave, ecco tutti i dettagli

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Da quando Google ha annunciato la sua nuova app, Google Wave, che promette di cambiare il modo in cui gestiamo il flusso di informazione, si è fatto un gran parlare, scrivere, buzzare etc. Illazioni varie, pochi fortunati testimoni e tester, un video di 1:20 ore. Adesso finalmente Google ha rilasciato 100.000 inviti per la beta di Google Wave Beta; non avendo ancora un invito riportiamo le prime considerazioni dai tester (a breve le nostre).

Google Wave si pone l’obiettivo di integrare il flusso di informazione, che va a generarsi dalle nostre conversazioni, in un unica piattaforma. La cosa può sembrare un po’ contorta, ma in realtà è molto semplice. Che sia per una collaborazione professionale o per comunicare con amici e parenti, le conversazioni ruotano intorno alcuni elementi cardine: un indirizzo di posta elettronica, una chat e dei link. Con un account GMail, abbiamo imparato cosa vuol dire un indentazione intelligente delle conversazioni, una chat integrata nella nostra Casella di Posta, e un supporto perfetto per mappe, video, ed altre applicazioni by Google e non.

Quando i partecipanti finali ad una conversazione sono gli stessi che l’hanno iniziata, è facile gestire l’informazione ed essere certi che le informazioni siano condivise da tutti. Tuttavia questa situazione raramente si verifica, spesso una conversazione parte da un piccolo gruppo e si estende in seguito. Finché si organizza una pizzata probabilmente non lo si nota neanche, ma le informazioni rindondanti spesso affollano le conversazioni, essendo state ripetute ad ogni nuovo partecipante.

Google sincronizza una nuova funzione con il Mobile

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Dopo aver sincronizzato i Contatti, le EMail e i Calendar, Google introduce la sincronizzazione della funzione Suggested Search fra versione Desktop e Mobile.

Per ora la sincronizzazione è disponibile per dispositivi Android, iPhone e Palm OS. Purtroppo in Italia dovremmo attendere ancora per poterla sperimentare, al momento infatti è disponibile solo per gli Stati Uniti.

Facebook Connect in 3 passi

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Un must-have per qualunque sito che voglia definirsi 2.0 è l’implementazione delle API dei più diffusi social network. I più integrati finora sono stati Twitter e Facebook, mentre Google Firend Connect giace perlopiù all’ombra della comunità geek, probabilmente rivelerà il suo potenziale con la pubblicazione di Google Wave.

Una contraddizione in termini è sempre stata la relativa difficoltà di implementare le API nei propri siti. Se si è dei programmatori di medio livello non avrete alcun problema sicuramente a studiare ed implementare i API; si da il caso però che l’elemento portante del Web 2.0 è stato ed è la semplicità di partecipazione. Con i form è diventato possibile interagire e con i CMS la tecnologia necessaria è diventata alla portata di tutti.

Le API invece sono state a lungo criptiche per l’utente comune, am anche al blogger dilettante ed appassionato. Grosso limite alla diffusione di questa perla del Web, limite al quale Facebook pare stia risolvendo con l’introduzione di Facebook Connect Wizard.

Google introduce l’OCR per i Docs

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Google ha introdotto una funzione a lungo attesa per una delle sue apps più diffuse, Google Docs.

La funzione OCR ancora non è stata integrata all’interno di Google Docs, ma è accessibile attraverso questo link. Garantendo l’accesso ai vostri Docs sarete in grado di uplodare immagini in formato JPG, GIF e PNG fino ad un massimo di 10 MB.

L’immagine caricata e sottoposta al filtro OCR di Google si tradurrà in un Google Doc; il filtro dovrebbe essere in grado di analizzare con successo anche immagini “sporche”, anche se con la nostra prova, la foto con la camera di un iPhone 3GS di un foglio A4 con un semplice testo stampato, ha fallito del tutto.

Twitter ufficializza i ReTweet

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Twitter si è presentato alla rete come l’elogio alla semplicità; 140 caratteri al massimo, Direct Message e @replies. Nonostante questa sia stata molto probabilmente la chiave del successo di Twitter, la comunità ha iniziato a generare nuove sintassi e per così dire, nuovi concetti.

Uno di questi è il ReTweet, in parole povere il buzz di un tweet. Per come funziona la rete Twitter infatti, i tweets di un utente sono visibili a tutti gli utenti che lo seguono, ovvero che sono suoi follower. In questo modo dunque non ci sono scambi di contatti fra network. Per riparare a questo limite la comunità ha inventato il ReTweet; postando il tweet di uno degli utenti che seguiamo, comunichiamo quei 140 caratteri a coloro che ci seguono e che non necessariamente siano followers dell’autore del primo post.

La sintassi nata intorno questa pratica è RT (indica che è un ReTweet) e @autoretweet, in questo modocon il tweet viaggia il collegamento ed è così che i network si intrecciano e crescono. Finora questa funzione non è mai stata ufficiale, come la maggior parte delle funzioni di Twitter del resto, ma Twitter ha ufficializzato i RetTweets e ha già introdotto le API per sfruttare questa sintassi.

FlyGestures apre le porte alle Mouse Gestures

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Da quando il multi-touch nel mobile e alcune sue applicazioni sui laptop, così come i controller di alcune delle più famose consolle, stanno facendo si che anche i gesti siano parte dell’interazione con i nostri terminali, sempre più si sente parlare di Gestures Enabled.

Opera per esempio ha rilasciato il suo Browser con la possibilità di essere gestito attraverso movimenti del mouse piuttosto che da scorciatoie da tastiera. FlyGestures inserisce un supporto molto interessante purtroppo solo per Mac al momento.

Viene a noi con una serie di gestures già preimpostate da attivare tramite una combinazione di tasti. Una volta attivata la rivelazione delle gestures FlyGestures le trasformerà nell’azione prevista. Se il seti di gestures preimpostato non vi va a genio, FlyGestures vi permette di impostare manualmente il tipo di movimento e l’azione a cui deve essere legato.

I piccoli cambiamenti di Facebook

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E’ cos da poco, ma da qualche giorno per i 50 milioni di utenti Facebook che si sono accaparrati una vanity URL sarà possibile effettuare il login tramite username, senza dover necessariamente utilizzare la propria email come nome utente.

Niente di particolarmente sconvolgente ce ne rendiamo conto, ma il web come qualunque cosa è fatto di enormi cambiamanti e di piccole sfumature. Modifiche del genere anche se possono sembrare banali, comportano un dispendio di energie non indifferente dati i numeri. Il login tramite username è sicuramente più friendly dell’inserire la propria email e non meno importante è più elegante.

Da non sottovalutare poi l’effetto di fidelizzazione che piccoli gesti come questi hanno sugli utenti. Non ci sono statistiche a riguardo, ma non mi meraviglierei se i 50 milioni di utenti, un sesto della popolazione di Facebook, dopo aver acquisito la loro Vanity URL hanno aumentato la loro attività sul social network. La possibilità ora di effttuare il login è un privilegio decisamente più piccolo della Vanity URL, ma pur sempre un privilegio.

Trendsmap, quando Twitter incontra Google Maps

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Gli sviluppatori della RetailMeNothing hanno dato vita ad uno dei mash-up migliori degli ultimi tempi se non di sempre. Trendsmap è il frutto di un abile mash-up fra Twitter e Google Maps, attraverso le API di WhatTheTrends, un servizio che ottiene trending topics analizzando in tempo reale la tag-cloud di Twitter e da una breve spiegazione per ogni Topic.

Trendsmap non fa altro che localizzare la provenienza dei trending topics e dispone una tag-cloud sul planisfero di Google Maps. Il risultato è che è possibile filtrare la ricerca con criteri geografici, osservando i trending topics legati ad una specifica posizione geografica, in un design che ricorda molto quello di un browser mobile. Oltre ad essere accademicamente lodevole questo mash-up ha delle ottime possibilità di monetizzare.

Con Bit.ly ora anche per condividere file su Twitter

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La guerra degli URL-shortner è lontana dal finire, ma già da i primi segni di assestamento. Come sappiamo il successo di Twitter associato alla scarsità di caratteri disponibili per i suoi tweet ha portato alla nascita di un nuovo servizio sul web, ovvero servizi di URL-shortner.

Proporzionalmente l’ascesa di Twitter abiamo assistito alla nascita di decine di servizi identici fra loro, alcuni dei quali con qualche funzione in più rispetto agli altri nel tentativo di distinguersi nella folla. Il servizio di maggior successo al momento è Bit.ly, uno dei primi ad integrarsi perfettamente sia con Twitter che con molti dei suoi client, Bit.ly ha sempre offerto un funzione unica che probabilmente è alla base del uo successo, le statistiche.

Bit.ly infatti può essere utilizzato in modo anonimo, ovvero senza registrazione, oppure effettuando il login, il che da accesso a statistiche sempre più complete sui link abbreviati e condivisi.

Notify, notifier per Gmail su Mac

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Vibealicious.com ha rilasciato nei giorni precedenti un’altra applicazione che ci permette di ricevere notifica della posta in arrivo sul nostro account GMail.

Rispetto l’applicazione ufficiale Notify ha una marcia in più fondamentale, la possibilità di gestire multipli account attraverso un sistema a schede comodissimo. Per ora Notify utilizza un’espediente per ricevere le notifiche, ovvero sfrutta i Feed Atom dei vostro account, questo comporta inevitabilmente dei disagi come non riuscire a gestire più di 20 messaggi per volta e non ricevere il testo completo del messaggio.