NDP, le vendite dei tablet stanno per superare quelle dei laptop

NDP vendite tablet superano laptop

Sicuramente ha inciso in maniera particolare anche il Black Friday ma molto probbilmente l’ultimo trimestre del 2012 vedrà per la prima volta le vendite dei tablet superare quelle dei laptop o almeno così dovrebbe essere per quanto concerne il territorio nord americano.

La società di analisi NDP ha infatti proiettato le vendite dei tablet a circa 21,5 milioni di unità rispetto ai 14,6 milioni di laptop venduti.

Venerdì nero a parte, le ragioni dell’incremento delle vendite dei tablet sarebbero dovute alla sempre maggiore crescita di tale segmento e, sopratutto, all’elevata penetrazione dei laptop sul merecato nord americano pari a circa il 70%.

Quello in questione va a configurarsi come un dato di particolare rilevanza che rende meno necessario l’acquisto dei computer portatili e decisamente ben più interessante quello dei tablet.

iPad prodotto tech più desiderato dai bambini

L’iPad è ancora il prodotto tech più desiderato dai bambini

iPad prodotto tech più desiderato dai bambini

Così come lo scorso anno e, ancora, come quello precedente anche questa volta l’iPad è risucito a guadagnarsi il titolo di dispositivo elettronico più desiderato dai bambini statunitensi.

La società di statistica Nielsen ha infatti condotti un sondaggio tra i “giovanissimi” statunitensi suddividendoli in due differenti fasce d’età in modo tale da poterne comprendere i gusti e le preferenze in vista del Natale.

Stando ai dati raccolti ed elaborati dalla società ciò che ne è emerso è stato appunto che l’iPad è ancora il prodotto tech che va per la maggiore.

Nel dettaglio, nella fascia tra i 6 e i 12 anni circa il 48% dei bambini intervistati ha espresso il proprio gradimento nei confronti dell’iPad e, nello specifico, di quello in versione da 9,7 pollici.

L’iPad mini, la new entry di Apple, ha invece ottenuto un gradimento pari al 36%.

Apple VS Samsung brevetti

Apple VS Samsung, 4 brevetti sotto accusa

Apple VS Samsung brevetti

La battaglia legale, oramai senza fine, tra Apple e Samsung continua a non dare tregua ai giudici statunitensi che nel corso delle ultime ore sono stati chiamati, ancora una volta, ad esprimersi in materia di proprietà intellettuale.

Infatti, dopo l’ordine di rimozione del bando che era stato imposto sulle vendite del Galaxy Nexus e del Galaxy Tab 10.1 ora un giudice dell’ITC ha stabilito che Samsung ha violato ben 4 brevetti Apple di cui uno facente riferimento al design dell’iPhone e gli altri tre, invece, inerenti la parte software.

Nello specifico la sudcoreana avrebbe infranto la feature relativa alla navigazione multi-touch dello schermo e si sarebbe appropriata del brevetto che consente al device in uso di mostrare un’immagine sul display con una seconda immagine traslucida sopra quando vengono eseguite diverse applicazioni simultaneamente.

I brevetti contestati da Apple a Samsung erano però inizialmente 7 dei quali uno è stato subito eliminato nel corso del processo e gli altri, eccezion fatta per i quattro che secondo il giudice sarebbero stati effettivamente violati, non avrebbero alcun rilievo giudiziario.

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

P2P, gli utenti che scaricano contenuti illegali sono anche quelli che comprano di più

Gli utenti che scaricano file illegali sono quelli che comprano di più

Lo hanno sempre sostenuto, e continuano tutt’ora a farlo, le major appartenenti al mondo del cinema ed a quello della musica ed associazioni di vario tipo: scaricare film, musica e video dalle reti di file sharing è una procedura che provoca danni economici irreparabili.

Coloro che scaricano contenuti da internet in maniera illegale infatti, nella maggior parte dei casi, non sono intenzionati a procedere all’acquisto dei medesimi contenuti sotto forma legale.

La recente indagine condotta dall’American Assembly, un’organizzazione indipendente affiliata alla Columbia University, ha però offerto un altro e ben diverso punto di vista della situazione.

Amazon, in sviluppo due sistemi di pagamenti mobili

Amazon, rimborsi in arrivo per gli utenti vittima del cartello degli ebook

Amazon rimborso ebook

In seguito all’indagine condotta, non molto tempo addietro, dal Dipartimento di Giustizia staunitense e conseguenzialmente alle varie grane emerse facenti riferimento agli editori è ora giunto il momento di mettere la parola “fine”, o almeno così sembrerebbe, al presunto cartello istituito nella vendita dei libri digitali.

Durante le ultime ore, infatti, Amazon ha fatto sapere ai suoi utenti, mediante l’invio di apposite e-mail, che presto verrà reso disponibile un rimborso per tutti coloro in possesso di un account che tra aprile 2010 e maggio 2012 abbiano effettuato l’acquisto di ebook distribuiti dalle case editrici Hachette, HarperCollins e Simon & Schuster.

Le tre case editrici in questione hanno infatti deciso di patteggiare portando i giudici ad emettere una sentenza grazie alla quale potrà essere messo un punto alla vicenda.

Il fatto che le case editrici in questione abbiano deciso di patteggiare si traduce, per gli utenti, in un rimborso risarcimento tra 0,30 e 1,32 dollari.

Google antitrust USA abuso posizione dominante

Google nel mirino dell’Antitrust USA: abuso di posizione dominante nel search

Google antitrust USA abuso posizione dominante

La Federal Trade Commission (FTC) pare stia decidendo, a maggioranza, di mettere Google alle strette ed il motivo, stando alle ultime notizie al momento disponibili fornite da fonti interne alla commissione Antitrust USA, sarebbe l’essere colpevole, per il gran colosso di Mountain View, di abuso di posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca e di aver esteso ad altre proprietà il successo ottenuto e maturato in ambito search.

Google, infatti, avrebbe sfruttato in maniera illegale il suo dominio nel mercato della ricerca online per danneggiare i suoi competitors.

Agendo sulla base di parametri propri gli algoritmi di Google sarebbero stati modificati ed ottimizzati nel corso del tempo in modo tale da andare a penalizzare i siti ed i servizi appartenenti alla concorrenza e favorendo, in tal modo, le pagine relative ai servizi targati big G.

Huawei e ZTE accusate di spionaggio in USA

Huawei e ZTE sono un rischio per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti

Huawei e ZTE accusate di spionaggio in USA

Huawei e ZTE, i colossi cinesi in fatto di telecomunicazioni, potrebbero presto essere tagliati fuori dal mercato statunitense poiché, stando a quanto reso noto nel corso delle ultime ore, la potenziale influenza esercitata su di loro dallo Stato cinese costituisce una seria minaccia per la sicurezza del popolo americano.

Huawei e ZTE, rispettivamente il secondo ed il quindo produttore al mondo ai apparecchiature per le telecomunicazioni, detta in altri termini, sarebbero quindi accusati di spionaggio.

Nella bozza del nuovo rapporto della U.S. House of Representatives Intelligence Committee, il Congresso statunitense, è infatti messo in evidenza che dopo l’esecuzione di diverse ed approfondite indagini viene consigliato ai dipartimenti governativi e alle imprese nazionionali di evitare i prodotti resi disponibili dai due gruppi cinesi.

Google antitrust USA abuso posizione dominante

Google Books, accordo raggiunto con gli editori statunitensi

Google books accordo editori stati uniti

È oramai da anni che big G e, sopratutto, il suo Google Books sono al centro di una complessa e spinosa vicenda giudiziaria che va a coinvolgere diversi paesi del globo terrestre e di cui, appunto, si parla da mesi e mesi.

Google, nel dettaglio, è stata accusata dagli editori di aver digitalizzato migliaia di testi senza aver previamente ottenuto un’esplicita autorizzazione da parte degli aventi diritto ragion per cui tutto il materiale elaborato risulta essere stato impiegato per andare ad arricchire il già ampio archivio online di Google Books.

A giugno dell’anno corrente era poi stato trovato un punto d’incontro tra big G e gli editori e gli autori francesi.

Google Books fair use Stati Uniti

Google, il fair use potrebbe salvare Google Books negli Stati Uniti

Google Books fair use Stati Uniti

Un ulteriore capitolo della battaglia legale in corso tra Google e l’Authors Guild, l’associazione degli autori statunitensi, ha avuto inizio.

Nel corso delle ultime ore, infatti, i legali del gran colosso di Mountain View hanno chiesto al tribunale federale di New York di respingere la denuncia presentata, non molto tempo addietro, dagli scrittori e dagli editori americani contro il progetto oramai ben noto a tutti come Google Books o, per dirla alla nostrana, Google Libri.

Big G, infatti, sostiene che la digitalizzazione delle opere letterarie non punta in alcun modo alla sostituzione dei ben più classici libri in formato cartaceo.

Google, quindi, chiede di poter digitalizzare ulteriori milioni di opere tirando in ballo il cosiddetto “fair use” ovvero l’utilizzo legittimo dei contenuti previsto dalle regole sul copyright in terra a stelle e strisce.

Google fibra ottica

Arriva Google Fiber, Google entra ufficialmente nel settore delle connessioni broadband

Google fibra ottica

Google ha finalmente ed ufficialmente inaugurato Google Fiber, la propria offerta di banda larga annunciata nel 2010, che, d’ora in avanti, consentirà agli abitanti di Kansas City di poter usufruire di un collegamento in fibra ottica a 1 Gbps bidirezionali unitamente a Google Fiber TV, un neo servizio televisivo proposto sempre dal gran colosso di Mountain View.

La città di Kansas City ed i suoi cittadini sono stati scelti da big G tra innumerevoli luoghi sparsi per tutti gli Stati Uniti che, appunto, si erano canditati per poter sperimentare la nuova offerta di Google e che d’ora in avanti potranno quindi testare con man propria le fattezze di un’infrastruttura che risulta decisamente ben più veloce di quella offerta dai tradizionali ISP.

Google Fiber, però, non è soltanto sinonimo di gran velocità per quanto concerne le connessioni ma anche di convenienza poiché gli utenti, d’ora in avanti, potranno sfruttare quanto reso disponibile da big G a prezzi che risultando decisamente competitivi rispetto a quelli propositi invece dagli ISP.

Google, quindi, si è finalmente lanciata in un settore che, così come sottolineato da un dirigente dell’azienda, va a rivelarsi come particolarmente strategico per lo stesso bi G, ed ha scelto di farlo mettendo a disposizione dei cittadini di Kansas City (e presto anche di molti altri, o almeno così dovrebbe essere) ben tre differenti pacchetti tra cui poter sceglire.

Il più caro costa 120 dollari al mese e risulta comprensivo di collegamento a 1 Gbps senza limiti, di un tablet Nexus 7, di un TV Box per i canali televisivi (160 canali) abbinato a un dispositivo per registrare (Storage Box), di un router (Network Box) e di ben 1 TB di spazio su Google Drive.

Apple VS Samsung brevetti

Apple VS Samsung: un risarcimento danni da 2,5 miliardi di dollari

Apple richiesta risarcimento danni Samsung

La patent war che oramai da tempo immemore vede contrapposti Apple e Samsung, due tra i più famigerati colossi dell’IT, potrebbe essere giunta ad un momento cruciale, nello specifico per quanto concerne il fronte statunitense.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore Apple, infatti, avrebbe chiesto a Samsung il risarcimento danni per le violazioni di proprietà intellettuale contestate dinanzi i tribunali a stelle e strisce.

Il risarcimento è pari a 2,5 miliardi di dollari e la cifra è stata stimata da Cupertino sommando le royalty dovute per ogni tecnologia da essa brevettata ed impiegata illecitamente da Samsung, così come sostenuto da Tim Cook e soci, per quanto concerne i suoi device.

Microsoft fine partnership NBCUniversal

Microsoft e NBCUniversal sciolgono la partnership e mettono fine a MSNBC

Microsoft fine partnership NBCUniversal

D’ora in avanti Microsoft e NBCUniversal intraprenderanno strade differenti mettendo un punto al celebre portale d’informazione MSNBC.com e mettendo fine ad una parnership durata ben 16 anni a partire dall’oramai lontano 1996.

L’attività del canale MSNBC giunge quindi al suo capolinea: il celebre sito web non fornirà più notizie 24 ore su 24 così come accaduto sino a poc’anzi.

Ora tutti i contenuti online di MSNBC.com, uno trai i siti web dedicati alle news aventi il traffico più alto di tutti gli Stati Uniti e ben 55,7 milioni di accessi nel 2012, passeranno temporaneamente nell’archivio di NBCNews.com, il nome scelto per la neo operazione di riposizionamento del marchio, così come spiegato in un apposito comunicato dall’editor-in-chief Jennifer Sizemore.

I dettagli in merito alla separazione sono, al momento, ancora abbastanza pochi ma secondo alcune voci interne Microsoft dovrebbe ricevere circa 300 milioni di dollari per la sua fetta di controllo e che permetteranno a NBCUniversal di mettere mano sulle quote attualmente detenute dall’azienda di Redmond.

RIM BlackBerry violazione brevettuale

RIM, multa da 147 milioni di dollari per violazione brevettuale

RIM BlackBerry violazione brevettuale

Che RIM non stia attraversando un buon periodo è oramai cosa nota a tutti ed a testimonianza di ciò vi è il sempre più incalzante crollo delle vendite dei BlackBerry.

Tuttavia, come se non bastasse, il colosso canadese si ritrova ora a dover fare i conti con una multa, abbastanza salata, che dovrà provvedere a pagare in quanto incolpata di violazione brevettuale.

RIM, infatti, ha perso una causa legale nei confronti di Mformation Technologies, una piccola società del New Jersey specializzata in soluzioni per la gestione dei device mobile, per violazione brevettuale ed ora dovrà quindi pagare una multa da ben 147,2 milioni di dollari.

A sentenziare il tutto è stata la corte federale di San Francisco che dopo un’accurata valutazione della documentazione presentata da entrambe le parti coinvolte ha stabilito che il software di RIM che girà su device BlackBery e che, per essere più precisi, permette di gestire i dispositivi da remoto, va a violare quelle che sono le proprietà intellettuali della Mformation Technologies.

Google multa FTC Safari

Google: multa da 22,5 milioni di dollari per chiudere il caso Safari

Google multa FTC Safari

Qualche tempo addietro aveva fatto particolare scalpore la notizia relativa alle modalità mediante cui Google, il gran colosso delle ricerche in rete, aveva aggirato il blocco dei cookie di Safari così da poter tracciare con maggior facilità gli utenti impegnati nell’utilizzo del browser web targato Apple.

Ora, a distanza di qualche mese, si torna a discutere ancora una volta del caso in questione: stando a quanto reso noto nel corso delle ultime ore pare che Google abbia trovato un accordo con la U.S. Federal Trade Commission (FTC) che prevede il pagamento di una somma pari a 22,5 milioni di dollari, circa 16.000 dollari per ogni giorni di violazione, per chiudere la questione.

Al di là della causa per la quale dovrà essere versata la cifra in questione la multa va ad assumere particolare importanza poiché va a configurarsi come quella più alta mai applicata sino a questo momento dalla FTC ad una singola azienda.