Davvero potrebbe nuovamente spuntare Italia.it?

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Sicuramente lo ricordate, perché ne avevamo parlato ampiamente all’inizio dell’anno. Ebbene Italia.it, uno dei simboli degli sprechi ministeriali, potrebbe rinascere dalle ceneri, con un nuovo progetto affidato nientedimeno che a Michela Vittoria Brambilla. La chiusura definitiva del portale era stata decisa il 22 gennaio attraverso un comunicato del capo dipartimento per l’Innovazione tecnologica, secondo cui era meglio chiudere, perché – d’accordo l’ex-ministro per i Beni Culturali con delega al Turismo Francesco Rutelli – “il portale non era più funzionale“.

Secondo quanto riporta un comunicato Michela Vittoria Brambilla, sottosegretario dalla Presidenza del Consiglio con delega al Turismo, avrebbe riferito di aver “assunto la gestione del portale Italia.it”. “Non ve ne posso parlare ora – ha spiegato la Brambilla nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi – la storia è complessa e ho bisogno di un po’ di tempo. Ma ho istituito un comitato per le nuove tecnologie anche per dare una risposta a questi problemi”. A nostro modesto avviso non serve un “comitato per le nuove tecnologie” per capire che negli scorsi anni sono stati spesi sette milioni di euro per ottenere poi un portale poco funzionale, poco accessibile e alquanto imbarazzante.


Tra l’altro la Brambilla avrebbe anche spiegato: “Prima di chiedere altri soldi, come ho imparato dalla mia esperienza imprenditoriale, voglio spendere quelli che ci sono. Spendiamo quelli che abbiamo bene, e poi vedremo se ne servono altri”. Secondo indiscrezioni per il progetto sarebbero stati stanziati, dai precedenti governi, circa 45 milioni di euro.

Insomma continuano le polemiche per un vero e proprio scandalo all’italiana. Il portale era stato molto criticato dalla comunità blogger per una struttura vulnerabile, troppo pesante, poco intuitiva e poco compatibile con molti standard di accessibilità del Web. Il 25 ottobre scorso il portale aveva smesso di funzionare: Francesco Rutelli aveva spiegato che “Italia.it” non era salvabile, spiegando di aver cercato di fare di tutto per evitare di staccare la spina, nonostante una dote finanziaria di molto superiore agli effettivi bisogni. Staremo a vedere; come sempre, appena avremo notizie, ve le riporteremo.

15 commenti su “Davvero potrebbe nuovamente spuntare Italia.it?”

  1. l’incompetenza in materia non è ne di destra nè di sinistra, mi basterebbe un governo di persone onesti e umili che di ogni ambito sappiano riconoscere la propria ignoranza e chiedano consiglio a chi inevitabilmente ne sa più di loro sull’argomento.
    italia.it , e mille altri sprechi sono l’esempio di come in italia si seguano direttive a volte sbagliate per interesse politico , a volte semplicemente per incapacità..

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  2. Ma chi è che dice che non serve un “comitato per le nuove tecnologie” servirà sicuramente agli amici della Brambilla che ne faranno parte.. In fin dei conti le esperienze web della Brambilla o comunque di lavora per lei, non sono, a parte i discutibili contenuti, fatte proprio male..

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  3. Ah Ah Ah! Fantastico, è proprio vero che per essere un politico, non bisogna sapere niente (ma far finta di sapere)… Gente che non ha la minima competenza in questo campo. Un ragazzino delle superiori farebbe sicuramente un sito più funzionale, intuitivo e “funzionante” (con meno di 45 milioni di euro, circa 87000000000 di vecchie lire…). Non vedo l’ora di poter usufruire del nuovo italia.it <— Ovviamente scherzo. 😉

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  4. putroppo c’è poco da ridere.. questa è una delle incomprensioni italiane quando c’è da investire in qualcosa di pubblico.. Prima il governo stanzia i soldi e in seguito si pensa a come realizzarlo, risultato? Se i soldi non sono abbastanza costruisci metà di quel che devi realizzare ( avete mai visto in giro in qualche servizio ” ogni tanto” grandi opere , ospedali, circonvalazioni , piantate a metà perchè si sono esauriti i fondi? ) mentre in altri casi i soldi abbondano quindi giù ad intascarsi un po’ dei soldi di questa manna o creare dei servizi inutili..
    Bisogna fare PRIMA un progetto e farlo più economico possibile per far si che venga accettato e poi, poi ,poi battere cassa e chiedere l’approvazione. Nessuno sapesse quanto può costare un portale e dire , scusate ma che ci fate con 7 milioni di euro..
    Questa non è politica è amministrare il denaro con un po’ di cervello..

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  5. putroppo c’è poco da ridere.. questa è una delle incomprensioni italiane quando c’è da investire in qualcosa di pubblico.. Prima il governo stanzia i soldi e in seguito si pensa a come realizzarlo, risultato? Se i soldi non sono abbastanza costruisci metà di quel che devi realizzare ( avete mai visto in giro in qualche servizio ” ogni tanto” grandi opere , ospedali, circonvalazioni , piantate a metà perchè si sono esauriti i fondi? ) mentre in altri casi i soldi abbondano quindi giù ad intascarsi un po’ dei soldi di questa manna o creare dei servizi inutili..
    Bisogna fare PRIMA un progetto e farlo più economico possibile per far si che venga accettato e poi, poi ,poi battere cassa e chiedere l’approvazione. Nessuno sapesse quanto può costare un portale e dire , scusate ma che ci fate con 7 milioni di euro..
    Questa non è politica è amministrare il denaro con un po’ di cervello..

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  6. mi offro per creare il portale di Italia.it 🙂 …scherzi a parte, ma assumere esperti del settore, competenti e che richiedono una cifra molto inferiore a quella detta, è troppo difficile?

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  7. Provino a metterci Lukychan, lo sistema in un attimo e le visite salgono alle stelle, soprattutto di tutti coloro che fan parte del mitico funclub.

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