Foto di Google Search

Google e la pirateria, rimozione dei contenuti aumentata

Interessanti informazioni quelle emerse proprio nel corso delle ultime ore dal nuovo Rapporto sulla Trasparenza di Google. A quanto pare si è verificato un netto incremento nel numero delle richieste ricevute da Google per quanto riguarda la rimozione dal motore di ricerca di link verso contenuti protetti da copyright diffusi in rete senza autorizzazione.

Foto di Google Search

Nel dettaglio si parla di oltre il 100% di richieste rispetto allo scorso anno per un volume di notifiche che sale a circa 1.500 ogni minuto. In totale sono quindi oltre due milioni ogni giorno le richieste che vengono effettuate. Nel 2001 le richieste erano invece qualche centinaio.

Rivendere musica digitale è violazione di copyright

Rivendere musica digitale rappresenta una violazione del copyright

Rivendere musica digitale è violazione di copyright

Partendo dal caso che ha visto contrapposti l’etichetta Capitol Records ed il sito web ReDigi, che consente agli utenti di guadagnare dalla cessione degli mp3 acquistati in precedenza, un giudice di New York ha stabilito che i brani musicali in formato digitale che sono stati acquistati da store online autorizzati non possono essere rivenduti a terzi.

L’esecuzione di tale operazione, infatti, comporterebbe la violazione della vigente normativa sul copyright.

La prima denuncia da parte di Capitol risale allo scorso anno quando ReDigi, nonostante ciò, aveva continuato a portare avanti la propria attività appellandosi a quella che viene identificata con il nome di first sale doctrine secondo cui il copyrght viene applicato solo ai benefici fisici comprati dal primo acquirente che, a sua volta, li potrà eventualmente cedere senza problemi ad altri senza andare a violare il diritto d’autore.

Considerando però il fatto che per rivendere un brano musicale è necessario crearne prima una copia la questione si fa quindi ben diversa e, sopratutto, più complicata.

Kim Dotcom 10 mila euro per hackerare Mega

Kim Dotcom darà 10 mila euro a chi riuscirà ad hackerare Mega

Kim Dotcom 10 mila euro per hackerare Mega

Da poche settimane a questa parte è online Mega, il successore di Megaupload che dovrebbe garantire una ben più efficace protezione dei dati degli utenti ma al quale, nonostante ciò, sono già state rivolte diverse denunce per attività illecite, o presunte tali.

Kim Dotcom, però, continua a sottolinearlo: Mega è un servizio sicuro ed affidabile poiché l’algoritmo che protegge i contenuti è inviolabile.

Al fine di rafforzare la sua tesi e, ovviamente, anche nel tentativo di dimostrate a tutti la veridicità delle sue affermazioni, Kim Dotcom ha deciso, così come emerso nel corso delle ultime ore, di assegnare 10 mila euro a chiunque riesca ad hackerare la sua neo piattaforma.

In un tweet pubblicato da Dotcom si legge infatti: “Mega’s open source encryption remains unbroken! We’ll offer 10,000 EURO to anyone who can break it. Expect a blog post today”.

Mega-Search motore ricerca file Mega

Mega-Search, il primo motore di ricerca per Mega

Mega-Search motore ricerca file Mega

Mega, il nuovo servizio di storage online nato dalle ceneri di Megaupload, è stato definito dallo stesso Kim Dotcom estremamente sicuro ed al riparo da qualsiasi attacco alla legalità poiché i file caricati dai vari utenti vengono criptati in maniera tale da renderne impossibile il download se non dai legittimi proprietari.

Le cose, però, non starebbero esattamente in questo modo o almeno è questo quello che sta dimostrando Mega-Search, il motore di ricerca creato, a pochi giorni dal debutto di Mega, per trovare i file caricati dagli utenti sul nuovo servizio firmato Kim Dotcom e scaricarli senza dover essere necesariamente registrati su Mega.

L’esistenza stessa del motore di ricerca va infatti a minare la credibilità delle affermazioni che sino a questo momento sono state fatte da Kim Dotcom poichè sebbene lo si possa adoperare per trovare materiale completamente legale allo stesso tempo può anche essere sfruttato per individuare e scaricare file che, invece, risultano protetti da copyright procedendo quindi sulla falsariga di Megaupload.

Condanna 5 anni P2P

P2P, condanna a 5 anni per l’upload illegale dei film

Condanna 5 anni P2P

Quella che è stata inflitta a Jeramiah Perkins, residente a Portsmouth (Virginia), è senz’altro la condanna di maggior portata assegnata, ad oggi, per aver effettuo l’upload di film su P2P.

Nel corso delle ultime ore, infatti, Perkins, uno dei membri più attivi del gruppo iMAGiNE impegnato proprio nell’upload e nella distribuzione in rete dei film tramite BitTorrent, è stato sottoposto al parere del giudice che, appunto, ha dovuto esprimersi con una sentenza senza precedenti.

Jeramiah Perkins, infatti, è stato condannato a ben 5 anni di detenzione per aver registrato e caricato su P2P pellicole cinematografiche appena uscite in sala, un’operazione questa palesemente non consetita dalla legge ed in violazione delle normative sul copyright.

Tra le pellicole in download elencate nella sentenza e finite sul banco degli imputati sono presenti titoli quali The Men Who Stare at Goats”, “Iron Man 2″ e “The A-Team”.

Apple vuole migliorare Siri ed abbandonare Nuance

Apple, multa cinese da 165 milioni di dollari per vendita illegale di ebook

Apple multa Cina ebook

Se in Cina il lancio dell’iPhone 5, l’ultimo melafonino immesso sul mercato da Apple, aveva reso particolarmente entusiasta Cupertino grazie alle vendite record totalizzate nel primo week-end di lancio quanto accaduto nel corso delle ultime ore sicuramente avrà reso tutt’altro che felice l’azienda della celebre mela morsicata.

Apple, infatti, è stata condannata dalla Corte di Pechino a pagare una multa pari a ben 165 mila dollari per infrazione del copyright conseguenzialmente ad una causa depositata lo scorso dicembre 2011 dalla dalla China Written Works Copyright Society (CWWCS), la società che tutela il diritto d’autore per l’editoria cinese.

La denuncia, nel dettaglio, era stata segnalata in seguito alla pubblicazione illegittima su App Store del lavoro di otto differenti autori letterari da parte di un’app non autorizzata all’esecuzione dell’operazione in questione violando quindi il copyright.

All’inizio la richiesta di risarcimento che la CWWCS aveva avanzato nei confronti di Apple era pari a 1,89 milioni di dollari.

iPad orologio ferrovie svizzere

Apple, l’app Orologio di iPad è costata più di 20 milioni di franchi

iPad orologio ferrovie svizzere

Consequenzialmente al lancio di iOS 6, la nuova versione del sistema operativo per iDevice, Apple venne accusata dalla Swiss Federal Railway, la società che si occupa della gestione dei trasporti ferroviari in Svizzera, di violazione di copyright relativamente all’app Orologio introdotta su iPad e il cui design, appunto era stato ritenuto troppo simile, se non praticamente identico, a quello del l’orologio che è presente in tutte le stazioni svizzere.

Il design dell’orologio delle stazioni svizzere può essere sfruttato da terzi soltanto previo accordo economico, un’operazione questa che in tal caso non è avvenuta.

Onde evitare ulteriori problemi ed al fine di potersi servire del design dell’orologio Apple aveva fatto sapere di essere disposta a trattare per giungere ad un accordo con le ferrovie svizzere.

Stando a quanto emerso nel corso delle ultime ore sembra proprio che l’orologio svizzero sia costato ad Apple la modica cifra di oltre 20 milioni di franchi .

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Mega, sospeso il dominio per il nuovo Megaupload

Kim Dotcom problemi dominio Mega

Il successore di Megaupload, quello che da qualche settimana a questa parte si è fatto conoscere in rete con il nome di Mega, pare proprio che non sia nato sotto una buona stella: a mettere i bastoni tra le ruote al progetto di Kim Dotcom ci ha pensato Blaise Louembe, Ministro per le Comunicazioni del Gabon.

Il dominio di primo livello sfruttato per mandare in rete Mega, così come dichiarato dallo stesso Dotcom, sarebbe dovuto essere quello, appunto, del Gabon (me.ga) ma stando alle più recenti informazioni a riguardo sembra proprio che il Ministro per le Comunicazioni dello stato dell’Africa centrale abbia sottolineato, una volta appresa la notizia, la non volontà di far sfruttare le piccole nazioni africane come piattaforma per commettere atti volti alla violazione del copyright, né tantomeno sfruttate da persone senza scrupoli.

P2P legale Portogallo

Portogallo, il P2P è legale se senza scopi di lucro

P2P legale Portogallo

In Portogallo la condivisione di file multimediali come, ad esempio, film e brani musicali in formato mp3, è considerata legale a patto però che non vi siano scopi di lucro.

Il P2P per uso personale, quindi, non è perseguibile, così come sancito dalla Procura Nazionale conseguenzialmente ad una vicenda iniziata lo scorso anno quando, appunto, l’ACAPOR (Associação do Comércio Audiovisual, Obras Culturais e de Entretenimento de Portugal) depositò in procura gli indirizzi IP di circa 2 mila utenti accusati di aver condiviso file protetti da copyright.

Giorni fa il Procuratore ha poi deciso di chiudere il caso sancendo la decisione in questione.

Le considerazioni che hanno portato alla chiusura del caso così come descritto sono essenzialmente due.

Orologio iPad accordo ferrovie svizzere

Apple e le ferrovie svizzere: accordo in vista per l’app Orologio di iPad?

Orologio iPad accordo ferrovie svizzere

Con il lancio di iOS 6, la nuova versione del sistema operativo per device Apple, è stata introdotta l’app Orologio per iPad, una risorsa questa che ha dato vita a non poche polemiche.

Infatti, così com’è stato possibile apprendere qualche giorno fa, Apple è stata accusata direttamente dalla Swiss Federal Railway, ovvero la società che si occupa della gestione dei trasporti ferroviari in Svizzera, di violazione di copyright relativamente all’app Orologio ritenuta, per quanto concerne il design, troppo simile all’orologio che è presente in tutte le stazioni svizzere e che può essere impiegato da terzi soltanto previo accordo economico.

Tenendo conto della situazione in questione le Ferrovie Federali Svizzere hanno quindi minacciato una causa legale nei confronti di Cupertino.

Stando però a quelle che sono le più recenti info a riguardo la Swiss Federal Railway avrebbe provveduto a mettersi in contatto con Apple ed i suoi avvocati sarebbero attualemente al lavoro per cercare di redigere un accordo di licenza ad hoc.

iPad orologio ferrovie svizzere

iOS 6, iPad e quell’orologio troppo svizzero

iPad orologio ferrovie svizzere

A quanto pare i legali di Apple sono nuovamente alle prese con uno spinoso caso di dispute sui brevetti e, questa volta, ad accusare Cupertino sono le ferrovie svizzere.

A scagliarsi contro Apple, infatti, è la Swiss Federal Railway, ovvero la società che si occupa della gestione dei trasporti ferroviari in Svizzera, accusando la ben nota azienda della mela morsicata di violazione di copyright relativamente alla neo app Orologio introdotta su iPad con iOS 6.

L’orologio visualizzato mediante l’app, infatti, è stato ritenuto dalla Swiss Federal Railway troppo simile a quello che è presente in tutte le stazioni svizzere.

Mettendo a confronto i due orologi, in effetti, le somiglianze in fatto di design non mancano.

Google sta per aprire il suo primo negozio a New York?

Google dovrà censurare i termini torrent, RapidShare e Megaupload dalle ricerche

Google censura torrent

Google, d’ora in avanti, dovrà invitare i suoi tecnici a mettersi all’opera in modo tale da intervenire sul celebre motore di ricerca al fine di censurare termini quali, ad esempio, torrent, RapidShare e Megaupload.

A stabilirlo sono stati i giudici francesi nell’ambito della vertenza che ha visto big G contrapposto a SNEP (Syndicat national de l’édition phonographique), l’organizzazione che si occupa di tutelare i diritti dell’industria discografica francese.

La vicenda, nello specifico, ha avuto inizio nel 2010 quando la SNEP si rivolese ad un tribunale perchè costringesse big G a rimuovere i termini incriminati dal suo motore di ricerca in quanto in grado di favorire la pirateria.

Un primo tribunale rigettò la richiesta di SNEP dichiarando che i termini presenti nel motore di ricerca di big G non andavano a configurarsi come una violazione del copyright.

Microsoft cybercrime center

ItalianShare, Tex Willer è stato arrestato

Arresto Tex Willer italian Share

Sul finire del 2011 le autorità avevano provveduto a chiudere cinque dei siti web (Italianshare.net, musicshare.italiannetwork.net, filmshare.italiannetwork.net, uwp.italiannetwork.net e www.italiansexy.net) appartenenti a Tex Willer, l’uomo, così soprannominato in rete, fondatore del network ItalianShare, uno tra i più conosciuti ed attivi tra gli scaricatori illegali del Bel paese.

Chiusura dell’intero network a parte, il capo di ItalianShare ha poi rischiato di andare incontro a pesanti sanzioni penali ma sino a questo momento non era stata ancora resa nota alcuna info a riguardo.

Nel corso delle ultime ore, però, sono emerse nuove ed interessanti informazioni a tal proposito.

Tex Willer, a quanto pare, non avrebbe macchiato la propria azione solo e soltanto con la pirateria ma sarebbe anche andato oltre rivendendo le credenziali degli utenti iscritti al network e sfruttando poi i dati in suo possesso per procedere alla creazione di carte di credito da utilizzare per i propri interessi.

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube, in Germania dovrà essere avviato il filtraggio preventivo

YouTube filtraggio preventivo Germania

YouTube è stata considerata responsabile del materiale illecito pubblicato dai suoi utenti e sulla ben nota piattaforma di video-sharing dovrà quindi essere installato, entro breve tempo, un apposito meccanismo di filtraggio al fine di prevenire eventuali violazioni di copyright mediante l’upload di clip musicali andando quindi ben oltre le tecnologie già adottate per la rimozione dei contenuti previa segnalazione di coloro che ne detengono i diritti.

È questo quanto stabilito in Germania dalla corte di Amburgo poiché, stando alle accuse, la celebre piattafoma di video-sharing non avrebbe fatto assolutamente nulla, o quasi, per prevenire la comparsa, la pubblicazione e la condivisione di materiale illecito a due anni di distanza dallo scontro legale avviato dalla GEMA, il gruppo che rappresenta oltre 60 mila artisti tedeschi, puntando il dito, nello specifico, contro 12 video.