
Scongiurati, almeno per il momento, i pericoli rappresentati da SOPA e PIPA, da Tokyo arriva un’altra brutta notizia che allunga una seria ombra sulle prospettive della libertà in Rete. Adeguandosi a quanto fatto da Stati Uniti, Giappone, Australia ed altri Paesi lo scorso ottobre, tutte le principali nazioni dell’Unione Europea hanno firmato la loro adesione all’ACTA, la nuova normativa internazionale contro la contraffazione e la pirateria che, secondo l’opinione di moltissime persone, con il pretesto di ostacolare la contraffazione di medicinali, oggetti di marca, ecc. tenterà di mettere il bavaglio alla Rete oscurando i siti ritenuti responsabili di violazioni del diritto d’autore o di “agevolazione della pirateria” (link?).
L’ Anti-Counterfeiting Trade Agreement (questo il nome completo dell’accordo firmato ieri) è stato presentato inizialmente nel 2007 e discusso a “porte chiuse”, senza confronto democratico con parlamenti nazionali o altre parti in causa, fino ad oggi. Al momento manca solo la firma di Germania, Paesi Bassi ed altri tre Paesi dell’UE ma ormai tutte le nazioni più sviluppate hanno aderito a questa normativa che, di fatto, scavalcherà le leggi delle singole nazioni per imporre una stretta alla pirateria su scala globale. Per fortuna, però, non tutto è perduto. Almeno per quanto riguarda l’Europa.